L’inutilità della bellezza come riconquista del proprio tempo, spazio di libertà e condivisione.
Rossella, di formazione architetta, da anni ha scelto di dedicarsi alla ceramica. Dopo aver aperto il suo primo negozio in centro a Cosenza, da pochissimo ha scelto di spostarsi nel quartiere Rivocati per avere più spazio per il suo laboratorio. Anche qui, come in altre attività nel quartiere, si ritrova l’ambivalenza del negozio e della bottega. In uno stesso spazio si crea, si produce, si mostra e si vende. L’intero processo è visibile da fuori, passeggiando lungo la strada.
Ha fatto lei tutti i lavori per sistemare lo spazio, lasciato quasi in stato di abbandono. “Eppure è bellissimo”, ci dice, “il palazzo è nobiliare, si vede dall’androne ampio e dal mezzanino in alto, che era riservato alla servitù. La via è piena di palazzi cosí, li riconoscete anche per il balcone sopra il portone di ingresso, più ampio rispetto agli altri nella facciata”.
Rossella ha gli occhi attenti alla bellezza, la vede, la riconosce e la crea. I suoi oggetti in ceramica sono belli e “sono inutili”, non servono a nulla se non a donare calore ad una tavola, ad uno spazio, ad una casa. Le sue ceramiche diventano ancora più preziose proprio per la loro inutilità, in un mondo dove l’utile è legato unicamente alla funzionalità o al guadagno derivato da un prodotto. Ma Rossella non produce, crea. La sua bottega diventa spazio, dare forma e materia all’immaginazione.
Nella sua bottega Rossella non è sempre sola, apre le porte a chiunque ricerchi un momento autentico di ri-connessione con le proprie mani.
“Manipolare” ripete spesso questo verbo. Dice che viene naturale ai bambini e alle bambine che (fortuna loro) hanno un filtro tra sogno e realtà ancora molto sottile e malleabile che permette ai due mondi di mescolarsi ed essere creativi senza difficoltà.
Alle persone adulte viene più difficile ma basta qualche serata nel laboratorio e con la guida di Rossella la manualità si sblocca anche a loro. In questo moderno-antico mondo di bottegaie contemporanee si può oziare, riconquistare il proprio tempo, concedersi di fare cose inutili, essere libere.
Non a caso forse per la maggior parte delle corsiste che seguono i laboratori di ceramica sono donne. In fuga dal focolare domestico si rifugiano nel braciere dove cuocere le loro creazioni. Anche il tavolo attorno cui si sta mentre si manipola diventa una specie di braciere, così lo descrive Rossella, uno spazio comune in cui raccontare e raccontarsi. La bottega di ceramica diventa esperienza nuova e diversa di comunità.